Maria Cristina Ricciardi
Accattivanti e taglienti come lama di un coltello, familiari ed inquietanti allo stesso tempo si immettono nel dualismo sconcertante tra apparente e reale che solo il riscatto dell’esperienza può superare. Liberata dal compito di riproduttrice naturalistica, la sua esperienza artistica vive in presenze ed in contaminazioni oggettuali che si innestano sul piano spaziale e lo qualificano con la loro nuova fisicità.
Accattivanti e taglienti come lama di un coltello, familiari ed inquietanti allo stesso tempo si immettono nel dualismo sconcertante tra apparente e reale che solo il riscatto dell’esperienza può superare. Liberata dal compito di riproduttrice naturalistica, la sua esperienza artistica vive in presenze ed in contaminazioni oggettuali che si innestano sul piano spaziale e lo qualificano con la loro nuova fisicità.
Nerio Rosa
Il linguagio di Colangelo ha una maturità espressiva che colpisce per l’essenzialità del suo tratto sistematico e per l’intensità della sua forza. Il livello linguistico concettuale di Colangelo è quindi una metaforologia scoperta del disagio dell’uomo, della natura, della cultura oggettivata, della realtà contemporanea. Le sue opere sono messaggi di una visione concettuale diretta sulla nostra condizione esistenziale. Nel rapporto dell’uomo contemporaneo con la realtà che lo circonda emergono aspetti nichilistici sulla comunicazione interpersonale, sulla distruzione dell’intimità familiare, sull’alterazione del rapporto con la natura e con noi stessi, con la tecnologia e con il messaggio estetico .
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