mercoledì 23 aprile 2008

Sabrina Vedovotto
Il suo lavoro appunto incessante da oltre quaranta anni, si perpetua attraverso una lettura bipolare, una ricerca della leggerezza attraverso la reale pesantezza del mondo. Leggero perché ironico, a tratti dissacrante, ardito. Cio che si vede non è mai ciò che è realmente; il visibile è spesso un mero approccio ad una realtà ulteriore.

Antongiulio Zimarino
Angelo Colangelo tocca il vivo delle coscienze sul tema della “sparizione dell’identità” che è, poi, la sparizione della coscienza dell’individuo e dei suoi comportamenti etici conseguenti.
… Uno strato di pittura murale (l’idea degli evangelici sepolcri imbiancati ) mi sembra illuminante, copre, intride e violenta ogni cosa, e la rende statua gessata della vitalità che fu; eppure, sotto la vita, la persona e la sua storia, praticata e vissuta in un luogo restano riconoscibili, ci sono.

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