mercoledì 30 aprile 2008

Lara Vinca Masini
Il tema antropolico-culturale sembra voler confondersi e superarsi, in questi lavori nelle ossessioni private e viceversa.
… queste nuove macchine, non più celibi sembrano anelare al sangue, attendere una sorta di battesimo cruento, sembrano aspirare anche alla propria distruzione.
L’arte, la civiltà, hanno ancora qualche possibilità “ Crollo” o “ Frana”, sembra dire di no. Il mattone, tra le prime materie della civiltà, primo elemento di strutturazione progettuale, è anche l’elemento simbolo della rovina della civiltà.
Tra l’uomo (l’artista) e la vita attuale, così come ancora si manifesta, (una cosiddetta civiltà che accetta, ancora, guerre, genocidi, massacri …) quale alleanza può instaurarsi?

lunedì 28 aprile 2008



























































Il viraggio smemorante della polvere - inesorabile coroplasta del tempo











































Maria Cristina Ricciardi
Accattivanti e taglienti come lama di un coltello, familiari ed inquietanti allo stesso tempo si immettono nel dualismo sconcertante tra apparente e reale che solo il riscatto dell’esperienza può superare. Liberata dal compito di riproduttrice naturalistica, la sua esperienza artistica vive in presenze ed in contaminazioni oggettuali che si innestano sul piano spaziale e lo qualificano con la loro nuova fisicità.

Nerio Rosa
Il linguagio di Colangelo ha una maturità espressiva che colpisce per l’essenzialità del suo tratto sistematico e per l’intensità della sua forza. Il livello linguistico concettuale di Colangelo è quindi una metaforologia scoperta del disagio dell’uomo, della natura, della cultura oggettivata, della realtà contemporanea. Le sue opere sono messaggi di una visione concettuale diretta sulla nostra condizione esistenziale. Nel rapporto dell’uomo contemporaneo con la realtà che lo circonda emergono aspetti nichilistici sulla comunicazione interpersonale, sulla distruzione dell’intimità familiare, sull’alterazione del rapporto con la natura e con noi stessi, con la tecnologia e con il messaggio estetico .

mercoledì 23 aprile 2008











Sabrina Vedovotto
Il suo lavoro appunto incessante da oltre quaranta anni, si perpetua attraverso una lettura bipolare, una ricerca della leggerezza attraverso la reale pesantezza del mondo. Leggero perché ironico, a tratti dissacrante, ardito. Cio che si vede non è mai ciò che è realmente; il visibile è spesso un mero approccio ad una realtà ulteriore.

Antongiulio Zimarino
Angelo Colangelo tocca il vivo delle coscienze sul tema della “sparizione dell’identità” che è, poi, la sparizione della coscienza dell’individuo e dei suoi comportamenti etici conseguenti.
… Uno strato di pittura murale (l’idea degli evangelici sepolcri imbiancati ) mi sembra illuminante, copre, intride e violenta ogni cosa, e la rende statua gessata della vitalità che fu; eppure, sotto la vita, la persona e la sua storia, praticata e vissuta in un luogo restano riconoscibili, ci sono.

giovedì 17 aprile 2008